di Mario Meggiato
La filosofia è educazione
e l’educazione è filosofia
“L’autore e il libro non sono la stessa cosa: come un figlio, un libro ha una sua vita indipendente dal padre, che continua anche dopo la morte di chi l’ha generato.”
Il motivo dell’incontro con Filiberto è la presentazione di due suoi nuovi libri recentemente pubblicati: La filosofia è educazione e l’educazione è filosofia e Nostro tempo contato edizioni il Prato.
Il professore esordisce dicendo che il libro ha la sua storia indipendente rispetto all’autore.
L’idea del primo libro, prosegue Filiberto, è sorta durante la scorsa estate con il proposito di comunicare la sua esperienza di educatore alle nuove generazioni.
Esso è stato pensato e scritto ”di getto” in appena un mese: Nostro tempo contato è frutto, invece, di una tormentata evoluzione del pensiero dell’autore conseguente alla tensione dovuta alla morte della mamma (il titolo è suggerito dall’amico poeta Romano Pascutto).
La morte della madre ha creato in Filiberto una sorta di “sospensione”causata dalla sua assenza nel momento in cui lei è mancata.
Il vano tentativo di renderla viva e presente, attraverso anche il contatto fisico delle cose a lei appartenute, cercando in esse anche il profumo, gli ha fatto capire quanto amore era presente in lei e quanto “solo l’amore consoli il nostro tempo.”
L’amore, la tenerezza rappresentano ”la dimensione costitutiva” dell’essere uomo. La tenerezza e la fragilità sono indicatori dell’uomo forte e trovano la loro origine naturale nell’amore materno. L’atteggiamento di chi si riconosce in questi sentimenti si risolve in una sorta di controtendenza rispetto al ”mondo attuale” il quale esalta tutt’altra dimensione, ma che, tuttavia, comporta mancanza di relazioni e che quindi produce solitudine ed isolamento. In questo senso Filiberto si trova in perfetta sintonia con il grande pensatore francese Michel De Montaigne (1533-1592 autore fra l’altro dei saggi); uomo che ha saputo accettare la condizione umana in tutti i suoi diversi aspetti. La vita è contraddizione e la saggezza consiste, appunto, nel riuscire a manifestare tutte le particolarità che in noi sono presenti; accettare, in sostanza le nostre contraddizioni. Non esistono, infatti, soluzioni buone per tutto, non si può spiegare tutto; inoltre non esiste mai un giudizio certo. Ogni forma di dogmatismo che pretenda di dare risposte definitive produce immensi disastri umani; quando si vuole affermare il “giusto” si rischia di
scatenare violenza nei confronti degli altri. Occorre riconoscere la pluralità e considerare che ciascuno di noi rappresenta un essere unico ed irripetibile, riconoscendo e rispettando, pertanto, nell’altro la sua unicità e diversità. Le differenze rappresentano il bene più grande esistente in questa terra e quindi si rende necessario andare contro il “pensiero unico.”
L’educazione deve consentire, di conseguenza, ad ognuno la realizzazione di se stesso nella sua unicità ed irripetibilità.(1) Occorre, in altre parole, avere il coraggio di vivere insieme con amore, benevolenza e tenerezza reciproca perché gli uomini sono tali in quanto sanno vivere insieme e nel reciproco rispetto.
(1)Uno dei compiti dell’insegnante di filosofia è “costringere” lo studente ad entrare nella foresta, o, per usare la splendida immagine creata da Platone, “costringerlo” ad uscire dalla caverna. Insisto sul termine “costringere” perché senza un elemento di costrizione nessuna educazione è possibile. Una costrizione educativa è sinonimo di liberazione; il vero educatore è il nostro liberatore….
Segue un interessantissimo confronto (domande e risposte) tra i corsisti ed il professor Battistin inerente le modalità di educazione sia all’interno della scuola che all’esterno di essa.
Cogito ergo sum
“Tu esisti davvero soltanto quando non pensi. Perché è quando smetti di pensare con la testa che cominci a sentire con il cuore”.
(Filèmone)